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Come BIVACCARE liberamente e LEGALMENTE in ITALIA

Bivaccare in Italia: che GODURIA!

Hai presente quel magico momento in cui ti piegheresti un materassino sotto un pino per dormire sotto le stelle?

Attenzione però: in Italia il bivacco è regolato da un intricato labirinto di leggi, regolamenti regionali e parchi gelosi dei loro confini; fidatevi di una guida ambientale che ama bivaccare libero nel selvaggio della natura! Ecco la guida definitiva (e un po’ birichina) per non finire con una multa da 500 € e uno sguardo di rimprovero dal guardiaparco di turno. (Puoi anche venire a bivaccare insieme a NOI, guarda nei nostri prossimi eventi QUI)


1. Bivacco vs. campeggio: guida per smemorati


  • Campeggio: aree attrezzate, servizi igienici, tariffa per notte… insomma, un villaggio vacanze on the wild.
  • Bivacco: sosta notturna “leggera” (tendina minimal, sacco a pelo, massimo 1 notte, niente piantagioni di picchetti). Questa forma più spartana è di solito tollerata se avviene “con discrezione, per una sola notte, senza accampamenti permanenti e al di fuori di aree sensibili”.

Sotto approfondiamo cosa si intende per sosta “leggera” ad evitare malintesi.

(Cammini per tutte le stagioni)


2. Classica giungla normativa

In cima alla vetta delle norme troviamo la Legge quadro sulle aree protette (L. 6 dicembre 1991, n. 394, art. 11), che affida ai singoli enti gestori dei parchi il compito di disciplinare: «il campeggio e le altre attività consentite» entro i loro confini (Norme Lombardia).

Di conseguenza, ogni parco nazionale o regionale può vietare o consentire il bivacco con criteri propri, ma sempre nel rispetto del principio generale: niente tendoni da circo, e mai più di 10 ore.

Ovviamente, pur nella trasgressione del regolamento, non può impedire ad una persona di proteggere la propria vita qualora questo richiedesse di bivaccare una notte, MA VA SAPUTO DIMOSTRARE.


3. Regole “generali” fuori dai Parchi

Al di fuori delle aree protette nazionali e regionali non esiste una legge unica: la materia è devoluta a Regioni, Comuni e persino a… ogni guardiaparco con fantasia normativa (Cammini d'Italia). In linea di massima:


  • Bivacco di emergenza: ammesso in autonomia per una sola notte (non più di 24 h).
  • Niente fuochi, niente strutture fisse, rifiuti sempre con te.
  • Rispetta le distanze da corsi d’acqua e abitati (spesso ≥ 2 km).
  • Partenza all’alba: niente risveglio con calma come si trattasse di una vacanza.

4. E quindi? In soldoni…

Il bivacco libero è sempre ammesso per motivi di sicurezza personale, per il diritto a preservare e proteggere la propria e altrui vita.

Ecco perché bisogna:

  1. Alzarsi all’alba
  2. Essere spartani e non super attrezzati (tipo sdraio e casse per la musica)
  3. Trovarsi lontano dai centri abitati, in posti realmente selvaggi e privi di servizi facilmente raggiungibili.

Se venisse meno una di queste caratteristiche, si dimostra in automatico all’autorità che manca il REALE bisogno di fermarsi per motivi di sicurezza, e scatta la sanzione.

Ad esempio motivo per fermarsi a bivaccare può essere l’assenza di luce per riconoscere il sentiero o l’eccessiva stanchezza che potrebbe indurci in errore.

Ovviamente se ci si trovasse all’interno di una zona protetta, tutte queste necessità vanno sapute dimostrare con maggior vigore perché il controllo diviene ancora più severo (vedi parco del Gran Paradiso).


5. Pena di multa: il forte abbraccio Fiscale

Se sbagli zona o durata, preparati a beccarti una sanzione: 100 €–500 € per campeggio/bivacco illecito (Off Campers).


6. Un pizzico di regionalismo: Liguria, Abruzzo & Co.


  • Liguria: la L.R. 16 giugno 2009, n. 24, art. 11 proibisce espressamente «camping o bivouacking liberi», salvo deroghe nei regolamenti d’uso o in situazioni d’emergenza (Wildhood).
  • Altre Regioni: ogni decreto regionale può prevedere autorizzazioni, zone riservate o richieste preventive al Comune. Insomma, informati sempre prima.

Conclusione: il bivacco consapevole

Il bivacco perfetto non è una trasgressione, ma un’arte del rispetto:

  1. Studia la zona (regolamenti parco/comune).
  2. Porta via tutto (zero tracce).
  3. Limita il soggiorno a una notte.
  4. Dimostra lo stato di necessità (in tal caso, hai sempre diritto a bivaccare per proteggere la tua vita).

Solo così potrai goderti la volta celeste senza ansie, con la consapevolezza che l’unico impatto rimasto sarà… il ricordo di un’alba da brivido.

Buon bivacco! Il nostro catalogo

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