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Ci sono strade che si prendono in macchina, e poi ci sono strade che ti prendono loro.La Via del Mare è una di queste: 115 km di cammino tra Lecce e Santa Maria di Leuca, cinque tappe e una costante presenza che ti fischietta nell’orecchio — il mare.È il fratello più luminoso dei cammini d’Italia, quello che non ti impone penitenze ma ti invita a una lentezza felice, tipo: “cammina, respira, e ogni tanto concediti un pasticciotto”.
Lecce, la Firenze del Sud non è solo la partenza: è un modo di dire “sono pronto, ma fatemi finire il caffè in piazza Sant’Oronzo”.Si parte da Porta Napoli, si attraversa la città barocca tra capitelli e balconi che sembrano onde di pietra.Poco fuori, spunta Acaya, borgo fortificato che pare un videogioco rinascimentale: mura perfette, silenzio sospeso, e un primo timbro sul Passaporto del Pellegrino.
Poi via verso la costa, tra campagne e ulivi secolari. Quando arrivi a San Foca, il mare ti accoglie come un vecchio amico che ti dice: “Oh, finalmente!”.Qui il cammino comincia a profumare di sale.
Questa è la tappa in cui inizi a capire che il cammino non lo stai “facendo”: lo stai vivendo.Si cammina lungo la costa, tra sabbia e dune, fino a Roca Vecchia, antichissimo sito archeologico con mura messapiche e torri di avvistamento.Qui c’è la celebre Grotta della Poesia — un anfiteatro naturale scavato nella roccia dove il mare entra come un poeta in vacanza. Se ti tuffi, hai vinto tutto (ma occhio al telefono).
Poi si prosegue verso Torre dell’Orso e le Due Sorelle, due faraglioni identici che paiono chiacchierare tra loro da secoli (“oggi passa un altro camminatore col bastone di legno”).Ultimo tratto: pinete, laghi Alimini, Baia dei Turchi (dove la leggenda dice che sbarcarono gli invasori ottomani — e da lì il nome).
Arrivi a Otranto, città bianca e accogliente, dove ogni finestra è un invito a guardare il mare.
Segreto del mestiere: cena con una frisella, pomodori e vino locale. Il tuo corpo ti ringrazierà domani.
Qui cominci a camminare dentro la geografia e la leggenda.Si parte seguendo la costa sud, passando accanto al Faro di Punta Palascìa, il punto più orientale d’Italia. Ti rendi conto che, in quel momento, sei la prima persona del Paese a vedere il sole.Poco oltre, la Cava di Bauxite: un lago rosso intenso in mezzo al verde. Ti senti su Marte, ma con i fichi d’India.
Prosegui verso Porto Badisco, minuscolo e leggendario approdo di Enea. Una sosta al chioschetto, un caffè leccese con ghiaccio, e via verso Santa Cesarea Terme: architetture liberty, profumo di mare caldo e quella voglia improvvisa di fare il bagno (che non è peccato).
il dislivello qui è minimo, ma le emozioni salgono lo stesso.
Questa è la tappa in cui il cammino si fa serio. Non difficile, ma eroico in modo elegante.Lasci le terme, attraversi Porto Miggiano e arrivi a Castro, detta “la perla del Salento”: un borgo marinaro incastonato tra pareti di roccia, con il suo castello aragonese che guarda il mare come un vecchio generale malinconico.Poi la Grotta Zinzulusa, una cattedrale carsica di stalattiti e silenzio.
Da qui il sentiero si arrampica e scende come un pensiero agitato: vedi Torre del Sasso, Serra del Mito, tratti di costa dove ogni curva è un “wow”.Arrivi a Marina Serra, famosa per la piscina naturale: un’insenatura scavata dal mare, perfetta per un bagno di gloria.
qui il cammino ti insegna che la salita finisce sempre, ma il panorama resta.
Ultima tappa. Ti svegli presto, l’aria sa di salsedine e nostalgia preventiva.Attraversi il Sentiero del Nemico (niente paura: è solo un nome, ma il vento qui è davvero un avversario agguerrito).Prosegui tra muretti a secco e fichi, fino a Marina di Novaglie e poi il Ciolo, una gola rocciosa scavata nel tempo. Il mare qui ha il colore della promessa mantenuta.
Infine il Sentiero delle Cipolliane: terra rossa, caverne a picco, scogliere che sembrano dipinte da chi aveva il piede marino.E poi — eccola — Santa Maria di Leuca, “la fine della terra”. Il Santuario de Finibus Terrae ti aspetta in alto: sali quei 284 gradini e guarda l’orizzonte. Hai finito.
Nota finale: togliti gli scarponi e siediti. Ti sei guadagnato il diritto di non fare nulla per almeno mezz’ora.
Totale: 115 km circa
Tappe: 5 (consigliato in 5–6 giorni)
Dislivello complessivo positivo: circa +1000 m
Difficoltà: medio-facile (salvo tratti panoramici delle tappe 4–5)
Periodo ideale: da marzo a giugno e da settembre a novembre
Segnaletica: frecce arancio e simbolo della conchiglia
Credenziale e timbri: Passaporto del Pellegrino disponibile sul sito ufficiale
La Via del Mare non è solo un cammino, è un corso accelerato di filosofia salentina:
“chi va piano, trova parcheggio” — ma soprattutto, trova sé stesso.
In cinque giorni attraversi mare, pietra, vento e storie. Torni a casa più leggero, come se qualcuno ti avesse tolto un pensiero e lasciato un souvenir fatto di luce.
Sito ufficiale: Cammino del Salento – Via del MareCatalogo Wildu: Scopri tutti i cammini →