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Cammino del Salento - Via del mare


Cammino del Salento – Via del Mare

Il cammino che sa di sale, vento e ironia del destino


Premessa: quando il Sud ti chiama

Ci sono strade che si prendono in macchina, e poi ci sono strade che ti prendono loro.
La Via del Mare è una di queste: 115 km di cammino tra Lecce e Santa Maria di Leuca, cinque tappe e una costante presenza che ti fischietta nell’orecchio — il mare.
È il fratello più luminoso dei cammini d’Italia, quello che non ti impone penitenze ma ti invita a una lentezza felice, tipo: “cammina, respira, e ogni tanto concediti un pasticciotto”.


Tappa 1 – Lecce → San Foca (25 km | dislivello +14 m)

Lecce, la Firenze del Sud non è solo la partenza: è un modo di dire “sono pronto, ma fatemi finire il caffè in piazza Sant’Oronzo”.
Si parte da Porta Napoli, si attraversa la città barocca tra capitelli e balconi che sembrano onde di pietra.
Poco fuori, spunta Acaya, borgo fortificato che pare un videogioco rinascimentale: mura perfette, silenzio sospeso, e un primo timbro sul Passaporto del Pellegrino.

Poi via verso la costa, tra campagne e ulivi secolari. Quando arrivi a San Foca, il mare ti accoglie come un vecchio amico che ti dice: “Oh, finalmente!”.
Qui il cammino comincia a profumare di sale.


Tappa 2 – San Foca → Otranto (24 km | dislivello +80 m)

Questa è la tappa in cui inizi a capire che il cammino non lo stai “facendo”: lo stai vivendo.
Si cammina lungo la costa, tra sabbia e dune, fino a Roca Vecchia, antichissimo sito archeologico con mura messapiche e torri di avvistamento.
Qui c’è la celebre Grotta della Poesia — un anfiteatro naturale scavato nella roccia dove il mare entra come un poeta in vacanza. Se ti tuffi, hai vinto tutto (ma occhio al telefono).

Poi si prosegue verso Torre dell’Orso e le Due Sorelle, due faraglioni identici che paiono chiacchierare tra loro da secoli (“oggi passa un altro camminatore col bastone di legno”).
Ultimo tratto: pinete, laghi Alimini, Baia dei Turchi (dove la leggenda dice che sbarcarono gli invasori ottomani — e da lì il nome).

Arrivi a Otranto, città bianca e accogliente, dove ogni finestra è un invito a guardare il mare.

Segreto del mestiere: cena con una frisella, pomodori e vino locale. Il tuo corpo ti ringrazierà domani.


Tappa 3 – Otranto → Santa Cesarea Terme (22 km | dislivello +60 m)

Qui cominci a camminare dentro la geografia e la leggenda.
Si parte seguendo la costa sud, passando accanto al Faro di Punta Palascìa, il punto più orientale d’Italia. Ti rendi conto che, in quel momento, sei la prima persona del Paese a vedere il sole.
Poco oltre, la Cava di Bauxite: un lago rosso intenso in mezzo al verde. Ti senti su Marte, ma con i fichi d’India.

Prosegui verso Porto Badisco, minuscolo e leggendario approdo di Enea. Una sosta al chioschetto, un caffè leccese con ghiaccio, e via verso Santa Cesarea Terme: architetture liberty, profumo di mare caldo e quella voglia improvvisa di fare il bagno (che non è peccato).

il dislivello qui è minimo, ma le emozioni salgono lo stesso.


Tappa 4 – Santa Cesarea Terme → Marina Serra (23 km | dislivello +520 m)

Questa è la tappa in cui il cammino si fa serio. Non difficile, ma eroico in modo elegante.
Lasci le terme, attraversi Porto Miggiano e arrivi a Castro, detta “la perla del Salento”: un borgo marinaro incastonato tra pareti di roccia, con il suo castello aragonese che guarda il mare come un vecchio generale malinconico.
Poi la Grotta Zinzulusa, una cattedrale carsica di stalattiti e silenzio.

Da qui il sentiero si arrampica e scende come un pensiero agitato: vedi Torre del Sasso, Serra del Mito, tratti di costa dove ogni curva è un “wow”.
Arrivi a Marina Serra, famosa per la piscina naturale: un’insenatura scavata dal mare, perfetta per un bagno di gloria.

qui il cammino ti insegna che la salita finisce sempre, ma il panorama resta.


Tappa 5 – Marina Serra → Santa Maria di Leuca (22 km | dislivello +380 m)

Ultima tappa. Ti svegli presto, l’aria sa di salsedine e nostalgia preventiva.
Attraversi il Sentiero del Nemico (niente paura: è solo un nome, ma il vento qui è davvero un avversario agguerrito).
Prosegui tra muretti a secco e fichi, fino a Marina di Novaglie e poi il Ciolo, una gola rocciosa scavata nel tempo. Il mare qui ha il colore della promessa mantenuta.

Infine il Sentiero delle Cipolliane: terra rossa, caverne a picco, scogliere che sembrano dipinte da chi aveva il piede marino.
E poi — eccola — Santa Maria di Leuca, “la fine della terra”. Il Santuario de Finibus Terrae ti aspetta in alto: sali quei 284 gradini e guarda l’orizzonte. Hai finito.

Nota finale: togliti gli scarponi e siediti. Ti sei guadagnato il diritto di non fare nulla per almeno mezz’ora.


Resoconto tecnico (che suona poetico lo stesso)

Totale: 115 km circa

Tappe: 5 (consigliato in 5–6 giorni)

Dislivello complessivo positivo: circa +1000 m

Difficoltà: medio-facile (salvo tratti panoramici delle tappe 4–5)

Periodo ideale: da marzo a giugno e da settembre a novembre

Segnaletica: frecce arancio e simbolo della conchiglia

Credenziale e timbri: Passaporto del Pellegrino disponibile sul sito ufficiale


Conclusione: l’arte di camminare col sorriso

La Via del Mare non è solo un cammino, è un corso accelerato di filosofia salentina:

“chi va piano, trova parcheggio” — ma soprattutto, trova sé stesso.

In cinque giorni attraversi mare, pietra, vento e storie. Torni a casa più leggero, come se qualcuno ti avesse tolto un pensiero e lasciato un souvenir fatto di luce.


Sito ufficiale: Cammino del Salento – Via del Mare
Catalogo Wildu: Scopri tutti i cammini →

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